L’Ulisse 26 – Poesia e musica oggi

Editoriale

Il numero XXVI de L’Ulisse. Rivista di poesia, arti e scritture è dedicato al tema Poesia e musica oggi (dal secondo Novecento al presente). L’indagine è focalizzata su un arco cronologico che va dal secondo Novecento sino alle scritture poetiche e esperienze musicali più recenti, con attenzione ad autori italiani ma anche ad altre tradizioni linguistiche.Il numero, che abbiamo curato con Emanuele Franceschetti, prende in esame un’ampia gamma di fenomeni musicali attraverso la loro interazione a diversi livelli con le esperienze di scritture contemporanee, includendo sia contributi che fanno i conti con le questioni teoriche e concettuali, di ambito letterario, musicale e filosofico, che riguardano il rapporto tra poesia e musica, sia contributi che analizzano l’opera di poeti e musicisti contemporanei, le loro interazioni, collaborazioni e influenze reciproche.

La dicitura ‘poesia e musica’ risulta da sempre più che consueta all’orecchio e all’occhio di chiunque si occupi di questioni poetico-letterarie e musicali. La relazione tra testo poetico (lato sensu) e ‘testo’ musicale, o si dica pure tra elemento verbale ed elemento sonoro, riguarda ed interessa gli studi filologici e di metrica, quelli sui processi compositivi e i performance studies, i sound studies, i media studies e i popular music studies, gli studi di taglio linguistico e quelli centrati su questioni di oralità e vocalità (e si potrebbe implementare di molto l’elenco, qui predisposto in maniera volutamente disordinata). Per non parlare, ovviamente, di tutto quanto può offrirsi in termini di relazioni non soltanto tra testi, forme e stili, ma anche tra soggetti veri e propri: e quindi collaborazioni, progettualità condivise e realizzazioni effettive prodotte dall’interazione tra artisti. Tutto questo, a sua volta, non può che alimentarsi e svilupparsi attraverso relazioni e addentellati con indagini di carattere estetico-filosofico, storico-culturale e stilistico-formale. Una mappa densa e stratificata, dunque, resa tale proprio dal continuo corto circuito innescato dai due macro-fenomeni messi in relazione.

Nel concepire e predisporre il presente numero de L’Ulisse, pertanto, ci si è volutamente limitati a stabilire, tutt’al più, dei margini cronologici, dal secondo Novecento in avanti. Si è ritenuto essenziale rivolgere lo sguardo al presente: senza però escludere, nel raggio d’indagine disponibile, fenomeni ed esperienze di un passato tutto sommato recente; né, attraverso un approccio, per così dire, ‘storicistico’, le possibili influenze, continuità e discontinuità rintracciabili rispetto all’ultimo settantennio. Per il resto, la consapevolezza della difficile perimetrazione dell’area di lavoro, più che scoraggiare o suggerire delle maglie rigide entro cui collocare le proposte e i contributi di interlocutori appartenenti alle più diverse aree disciplinari e artistiche, ha consentito al contrario di arricchire e problematizzare, man mano, le traiettorie interne e le possibilità di attraversamento della mappa di cui, all’inizio dei lavori, poteva essere individuato tutt’al più il profilo generale.

La scelta delle sezioni interne della parte monografica, proprio in virtù dell’ampio numero contributi, è stata tutt’altro che immediata, ed è stata effettuata con l’intento di organizzare, pur senza eccessive rigidità, le tematiche apparentemente privilegiate dagli autori. ‘Senza eccessiva rigidità’ non va certo inteso in termini di approssimazione o di difficoltà dovuta alla scarsa chiarezza dei saggi: al contrario, la difficoltà della suddivisione è da attribuirsi esclusivamente alla complessità e ricchezza degli stessi, e alla loro naturale capacità di ‘invadere’, potenzialmente, altre aree tematiche circostanti Si è scelto di suddividere tutto quanto incluso nella parte monografica del numero in cinque sezioni. Tra loro, per l’appunto, non necessariamente impermeabili.

La prima sezione (Poesia e musica in Italia, dal secondo Novecento ad oggi), dal titolo volutamente inclusivo, e connotato esclusivamente in termini geografici e cronologici, comprende al suo interno contributi tra loro molto diversi per oggetto d’indagine, approccio e obiettivo: da problemi più generali, trasversali e non circoscritti in unico focus (si veda il saggio di Daniele Barbieri, indicativamente posto in apertura), a fenomeni specifici (vocalità e trasformazioni musicali del testo poetico nell’avanguardia musicale post-bellica, nel saggio di Michele Garda), ad analisi condotte con specifica metodologia e dedicate ad un singolo autore: l’analisi fonetica condotta da Federico Lo Iacono sulle letture di Amelia Rosselli, l’indagine di Maria Borio sulla forma visivo-concettuale e la dimensione figurale della musica in Andrea Zanzotto; per arrivare ai contributi su esperimenti sonori nella poesia più recente, con i saggi di Lorenzo Cardilli e Stefano Lombardi Vallauri su vocalità e testualità in Rosaria Lo Russo, di Marco Berisso su Nelle galassie oggi come oggi di Raul Montanari, Tiziano Scarpa e Aldo Nove, e quindi di Marilina Ciaco sull’ecfrasi visivo sonora in Vincenzo Bagnoli e di Valerio Cuccaroni sulla pratica del poetry-jockey in Luigi Socci.

La ‘alterità’ della seconda sezione (Altri sguardi), quindi, non è tanto prospettico-procedurale, essendo in qualche maniera i contributi lì contenuti collocabili lungo un asse di relativa contiguità con quelli della sezione precedente (si pensi al contributo di Valentina Colonna sull’analisi fonetica, del cui metodo si è avvalso come già detto anche Lo Iacono, nella poesia italiana e spagnola), quanto contestuale. Ci si rivolge, infatti a opere e fenomeni extra-nazionali, come l’intermedialità nella poesia francese contemporanea nel contributo di Gabriele Stera, o le tracce poetico-musicali nel lavoro dello scrittore austriaco Gerard Rühm (nel saggio di Ulisse Dogà), passando per i lavori di Giacomo Ferraris su testo e musica nel Villon di Ezra Pound, e quindi di Marco Gatto sullo stile tardo del compositore Henri Dutilleux e il suo legame con Rilke.

La terza sezione, invece (Popular Music e musiche popolari), è articolata secondo un criterio ‘di genere’: gli scritti qui raccolti sono dedicati a pratiche, fenomeni e realizzazioni ascrivibili alla popular music (musica ‘di largo consumo’) e alle musiche popolari (musiche riconducibili a pratiche orali), sempre indagate alla luce della loro relazione col testo verbale. Il nesso tra musica rock e poesia nel panorama internazionale è indagato nei saggi di Fabio Fantuzzi sul tempo in Bob Dylan, di Luca Zuliani su Bruce Springsteen, e di Stefano Bottero su Nick Cave, mentre al rap è dedicato il saggio di Simone Caputo sul flow di Kendrick Lamar. Su musica popolare e poesia orale interviene invece l’analisi poetico-musicale della pratica di tradizione sarda del ‘canto a quattro’, condotta dall’etnomusicologo Marco Lutzu. La canzone d’autore italiana è quindi al centro dei contributi di Alessandro Bratus su parola e discorso musicale, esemplificato dai case studies di Ouchi Toki e Iosonouncane, di Jan Gaggetta su Anime Salve di Fabrizio De André, di Paolo Somigli sulle intonazioni musicali delle filastrocche di Gianni Rodari nelle collaborazioni con Sergio Endrigo e Antonio Virgilio Savona, di Matteo Palombi sul rapporto tra dialetto, lingua poetica e prosodia in cantautori italiani di seconda generazione (in particolare Francesco Guccini, Pierangelo Bertoli, e Fabrizio De André). Nella sezione è anche il saggio di Eleonora Fisco sulla spoken music in Italia e sull’esperienza di Zoopalco. Gli oggetti di questa sezione, si badi bene, non si sono definiti ‘ex-negativo’, rimarcandone cioè la non appartenenza alla matrice ‘colta’ (fosse essa testuale o musicale): al contrario, si è scelto di metterne in risalto la propria diversità, la propria specificità e la propria importanza non soltanto in termini estetici, ma anche in chiave storico-culturale e sociale.

La quarta sezione, Interventi, raccoglie contributi in prima persona di poeti contemporanei che hanno lavorato in varie direzioni, singolarmente e in gruppo, sul rapporto tra poesia e musica, a partire dalle riflessioni teoriche e dalla ricostruzione storica di Lello Voce sul divorzio all’italiana tra poesia e musica, di Dome Bulfaro su “dire poesia”, performance, e  corpo musicale, passando per il contributo di Julian Zahra su poesia, rap, e oralità primaria e secondaria, la testimonianza di Vincenzo Bagnoli sui dispositivi musicali nel proprio percorso poetico, per arrivare infine al contributo di NFT poetry di Sara Davidovics e del collettivo Anguillae Larvae NFT Ensemble (AL).

La sezione Incontri e dialoghi chiude quindi la parte monografica del numero documentando alcuni incontri e tra poesia, musica, voce, a partire dal dialogo di Emanuele Franceschetti con Umberto Fiori suesercizio poetico, riflessione poetico-musicologica e dimensione compositivo-performativa, passando per le testimonianze sulle collaborazioni di Rosaria Lo Russo con il drammaturgo Massimo Sgorbani, di Massimo Gezzi con il chitarrista Roberto Zechini per un poema musicale dedicato al poeta Giovanni Antonelli, per arrivare all’intervista di Valerio Sebastiani alla compositrice Silvia Colasanti a proposito delle sue numerose collaborazionicon poeti qualiMaria Grazia Calandrone, Patrizia Cavalli e Mariangela Gualtieri.

Chiudono il numero, come al solito, le due sezioni di Autori. Le LETTURE accolgono in questo numero scritture inedite di Riccardo Innocenti, Paola Loreto, Silvia Righi, e Giorgio Sironi. I TRADOTTI presentano una scelta di traduzioni: Dieci poeti dalla Voivodina tradotti da Davide Astori, Marcel Beyer tradotto da VAlentina di Rosa, Gianluca Rizzo tradotto da se medesimo, Marija Virhov tradotta da Alessandra Bertuccelli.

Emanuele Franceschetti, Stefano Salvi e Italo Testa

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